giovedì 18 ottobre 2012

#SofiaSiVesteSempreDiNero di Paolo Cognetti

Questo non è un libro che va recensito, rischierei di far perdere il senso di quello che è stato per me. Vorrei solo parlare di quello che mi ha dato.
Non nego che il fatto di essere in un periodo alquanto particolare della mia vita abbia giocato un ruolo decisivo nella percezione del libro (periodo particolare, per tutta una svariata serie di motivi, alcuni enormemente meravigliosi, altri che derivano da situazioni non belle, che mi hanno segnata e che portano con loro quotidiane mancanze che bene non fanno di sicuro, ma con le quali sto imparando a convivere).
Dicevamo, periodo senz’altro esclusivo e irripetibile, che genera una moltitudine di pensieri, pensieri così forti che tante volte neppure la Musica riesce a fermare (l'immagine degli auricolari che scappano dalle mie orecchie potrebbe rendere bene l'idea di quello che è la mia testa ultimamente).
Ci è riuscita Sofia. Ci è riuscito Cognetti.
Loro due hanno fermato i miei pensieri, mi hanno aiutata a uscire da me stessa e a guardarmi da fuori. Con un occhio meno critico del mio solito occhio, con uno sguardo più benevolo e tollerante. Non mi sono riconosciuta in Sofia (capita talvolta di riconoscersi nei personaggi dei libri), ma nelle sue emozioni. Ed è questo che fa la differenza, qui fai il salto. Possono esserci emozioni uguali identiche che arrivano però da percorsi opposti, da situazioni che nulla hanno a che fare con noi. Sofia è stata questo.
Sofia è stato un percorso, diviso in dieci racconti indipendenti che la accompagnano (e che mi hanno accompagnata) lungo i suoi (e lungo i miei) primi trent’anni: infanzia, adolescenza e crescita. Racconti che si incastrano alla perfezione e che si abbracciano, che ti fanno perdere la cognizione spazio-temporale. Cognizione da me persa direttamente in libreria, semplicemente sfogliando le prime due pagine.
Questo è stato uno di quei libri che mi sono portata alla cassa leggendolo, che mi ha fatto uscire dalla libreria leggendolo e che non mi ha fatto smettere per otto giorni. I primi tre per la prima lettura. Il quarto giorno me lo sono tenuta per assimilarlo, per provare a capirlo, per accettare che cervello e cuore erano stati catturati.
Negli altri quattro l’ho riletto. Non mi capita spesso di rileggere i libri, almeno non a distanza così ravvicinata. Sofia mi ci ha portata. Sofia mi ha guardato dentro e ha capito che ne avevo bisogno.
E’ stato un percorso, fatto di flashback, di salti generazionali, di descrizioni dell’animo punk di Sofia, del suo disinteresse per la nutrizione, di continui cambi di prospettiva. Alla fine ti ci metti in gioco, non hai scelta.
Un percorso vero, reale e che, anche per questo, un po’ può far male.
(In tutto questo, non ho ancora mai letto i primi due romanzi di Paolo Cognetti Manuale per ragazze di successo e Una cosa piccola che sta per esplodere. Vado a vergognarmene in un angolo, promettendo di porre rimedio al più presto).
Un solo passaggio dei millemila che mi ero segnata (il post diventerebbe più lungo del libro stesso altrimenti…):
<<Io pensavo che i fumatori potrebbero dividersi in due categorie, quelli che fanno attenzione al destino della loro cenere e quelli che non ci badano per niente. I secondi di solito hanno il vizio di gesticolare. I primi tendono a rovinarsi la vita preoccupandosi troppo delle emozioni altrui, e delle conseguenze delle proprie azioni. Conoscevo bene questa categoria di persone: non solo danno ragione a tutti, ma se litigano con qualcuno finiscono col dire più di quello che dopo, ripensandoci, vorrebbero avere detto, e nel chiedere scusa cedono a toni sentimentali. Questa categoria di persona schiaccia i propri mozziconi e anche quelli degli altri, quando restano a languire nei piattini da caffè, e poi mette i piattini a lavare. Gli sbadati, invece, con il tempo dimostrano altri segni di trascuratezza. Scarsa cura di sé, che pure è una forma di distrazione. Sbattono contro i mobili, si fanno male da soli. Questa era Sofia.>> (e io sono quell’altra, per dire.)
Sofia si veste sempre di nero
di Paolo Cognetti
Minimum Fax
pp. 203, 14 euro
Ho scritto troppo come al solito, ciao.