giovedì 31 ottobre 2013

Keep calm and stay tuned


Mi piace definire questo periodo – lavorativamente parlando – come quello delle “porte in faccia”. Non starò certo qui a dilungarmi sulla crisi economico/lavorativa di questi anni e su quanto poco sia tutelata una mamma, né tantomeno vorrò intristirmi ed intristirvi con argomentazioni tutt’altro che gioiose; fatto sta che dopo una porta in faccia non è mai bello piangersi addosso, ma si deve (e sottolineo il DEVE) guardare oltre e reinventarsi, rimettersi in gioco e, se necessario, anche in discussione.

Bene, lo sto facendo, mi sto rimettendo in gioco e in discussione (maledicendo il giorno in cui la decisione di iscrivermi a legge si è impossessata di me) e sto tentando anche di reinventarmi, andando a percorrere strade che mai e poi mai avrei immaginato di trovarmi un giorno a percorrere.

Ed è proprio durante questa mia reinvenzione lavorativa personale che si sono palesati nella mia mente anche dei progettini degni di nota per il blog. Progettini che chiaramente nulla hanno a che fare con ciò che riguarda il lavoro, ma che sono decisamente degni di nota.


52 weeks project

Ok, non è un’idea mia, per niente proprio; millemila blogger hanno pensato prima di me questa “genialata”.

Resta il fatto che, seppur non farina del mio sacco, questa sia un’idea meravigliosa, nonché estremamente ambiziosa.

Ma, in concreto, di cosa si tratta? Diciamo che il tema può essere dei più vari, si trovano blog che dedicano il progetto settimanale alla fotografia, alla cucina, all’abbigliamento e alcuni che invece lo dedicano alle buone intenzioni, alle lezioni apprese, a quanto si è imparato durante la settimana (Zelda was a writer docet). E ci voglio provare anche io, io che sicuramente in questo nuovo anno che verrà di cose da imparare ne avrò a migliaia, io che sono una delle persone più scostanti mai conosciute. Sceglierò un giorno della settimana (tendenzialmente la domenica o il lunedì) per raccontare ciò che la settimana passata mi ha regalato, a cosa mi è servita e cosa mi ha insegnato.

Avete idea di cosa potrà voler dire, alla fine della 52esima settimana, rileggersi?


Lista dei desideri (mia e di Heidi)

Ogni mese inizierà con due liste dei desideri (corredate da foto e descrizioni), una mia e una di Heidi.

Chè alla fine non tutto si può comprare, ma desiderare è tanto bello…ci basterà mettere nero su bianco i desideri per sentirli già  un po’ più nostri.

Qui magari facciamo uno strappo alla regola ed iniziamo prima del nuovo anno…che c’è il Natale alle porte e si sa mai che la lista dei desideri di dicembre finisca nelle mani giuste ;)

Zao.
R.


giovedì 24 ottobre 2013

Il mio antidoto allo shopping


Avete mai provato ad entrare in qualche negozio a curiosare con passeggino e pupa all’interno del passeggino?
Soprattutto ora, che è autunno e si iniziano ad indossare giubbotti e cappelli.

(Evito di dilungarmi sull’ostacolo primo che mi è capitato più e più volte di incontrare nel mio paese: i gradini – alti mezzo metro – d’accesso ai negozi. Roba da caricarsi passeggino e bimba sulle spalle per riuscire ad entrare e tuffarsi in picchiata poi per uscire. Facciamo finta di aver già superato con successo queste simpatiche barriere architettoniche.)

Temperatura esterna intorno ai 15 gradi (autunno mite questo, con già le varie paranoie sul "oddio come la vesto? ci vuole già la lana? a strati? i leggins saranno troppo leggeri?"), temperatura all’interno del negozio 28 gradi (percepiti 32, soprattutto in seguito alla scalata effettuata per entrare nel negozio).

Ottimo.

La pupa mi guarda con quei due enormi occhioni e sembra volermi dire “stai scherzando vero? Dai madre, dimmi che è uno scherzo e usciamo immediatamente da qui”.

Forza amore, resisti, ti prometto che restiamo 5, 6, 7 minuti al massimo, e comunque non più di 10, in questo negozio a GUARDARE, sottolineo, solo guardare qualcosina. Vorrei solo passare qualche minuto a fare una delle mie attività preferite da sempre, ossia osservare, prendere spunti, farmi delle idee… cose così ecco.

Il portafoglio resta buono, lo giuro. Che g'è la GRISI. 
(poi vabbè, magari trovi quella cosina tanto bellina a poco poco poco...cosa fai non la prendi?)

E quindi ci provo, ignoro la scalmana dirompente che mi ha invasa, facendomi iniziare  a sudare e mi occupo di Adelaide: via il cappellino, via la sciarpetta, slacciamo giubbottino. Slaccio anche il mio.

Inizio a guardarmi intorno, ma c’è qualcosa che non mi fa essere completamente rilassata, guardo Adelaide, il suo colorito viaggia tra il bordeaux al fucsia e i capelli iniziano ad essere incollati alla fronte. Ha caldo. Le tolgo il giubbotto.

Teniamo sempre a mente il meccanismo in base al quale se il passeggino resta fermo per più di qualche secondo iniziano le lamentele. Quindi il mio spirito di osservazione deve evolversi e catturare quante più immagini possibili in movimento.

Niente, la piccola Attila nel passeggino inizia a lamentarsi con voce sempre più alta…per evitare figure barbine la prendo in braccio, con l’altro braccio spingo il passeggino e con l’altro braccio, ah no, non ne ho più. Niente, lavorerò di immaginazione e fantasticherò sul come potrebbe essere stata quella camicetta vista magari più da vicino e non impilata insieme a tutte le altre.

La temperatura percepita intanto inizia a salire, grazie anche ai quasi 9 chili, per giunta saltellanti, in braccio. Niente, facciamo che usciamo.

Ostacolo n. 1: reinserire Adelaide nel passeggino, grazie tante, prima la illudi tenendola in braccio e poi la rimetti giù. E certo che non la prende bene.

Ostacolo n. 2: rimetterle il giubbottino, che se lei non alza le braccia e non collabora aiutandoti ad infilarle nelle maniche, ci puoi perdere anche un quarto d’ora.

Ostacolo n. 3: rimetterle il cappello. Il perché i bambini detestino i cappelli mi è tuttora oscuro.

Ostacolo n. 4: tuffarsi in picchiata dall’enorme gradinone all’uscita del negozio.

La temperatura percepita sfiora oramai i 35 gradi.

Esci dal negozio, finalmente un filo di arietta fresca ti viene incontro, ti senti quasi già meglio e zac,  alzi lo sguardo e ti passa accanto lei, la pazza bardata con piumino (che sarà pure quello leggero leggero 100 grammi autunnale che non lo senti neppure, ma agli occhi resta un piumino, e in automatico io sudo e sento già lo spirito natalizio che avanza), stivale con pelo e sciarpone di lana.

E tu, con l’ennesima scalmana, non puoi fare altro che sentirti oramai irrimediabilmente vicina alla menopausa.

Torniamo a casa che è meglio.
Ma ci riproveremo, non mi arrendo. 

Nel frattempo, se avete bisogno di un deterrente allo shopping compulsivo (oltre alla grisi, che quella c'è già di default), se volete vi presto la Ade. 

R.

mercoledì 16 ottobre 2013

Nove mesi di mamma


Adelaide ieri ha compiuto nove mesi e io con lei. Diamine, nove mesi sono tantissimi, roba che facevo in tempo e farne un’altra di bambina (solo al pensiero mi son venuti almeno 25 capelli bianchi).
In parecchi siti di shopping online per pupi (Zara docet), dopo i nove mesi smettono di esser considerati neonati e, visto e considerato che due più di due fa sempre quattro, io smetto di esser considerata una neomamma. Panico.
Ecco, io non lo so se mi sento pronta per esser una mamma non più “neo”.
I nove mesi della gravidanza mi sono sembrati così lunghi…e questi invece sono volati, avrò fatto abbastanza esperienza per essere considerata madre esperta?
Ho avuto la “fortuna” (nella sfiga) di poter stare a casa con Adelaide h24 (assurdo, al lavoro non mi ritengono indispensabile e stanno riuscendo a fare a meno di me da praticamente un anno. Ancora mi chiedo come tutto ciò sia possibile) (questo è un chiaro appello al mio capo: ti prego fammi tornare in ufficio).
Siamo arrivate a nove mesi strisciando (LEI), nel senso che ancora fatica a gattonare, ma striscia ovunque, raggiungendo ogni angolo di casa; e con due polpacci alla Karl Heinz Rumenigge (IO), perché a lei continua piacere dormire in movimento e allora grandi grandi grandissime camminate.
Siamo arrivate a nove mesi mangiando quasi di tutto (LEI) e praticamente di tutto (IO), chè alla fine se allatti, voglio dire, dovrai pur nutrirti come si deve, no?
Sì lo so, ho quasi del tutto smesso di allattare, ma l’ho fatto per otto mesi…devo recuperare, ecco.
Siamo arrivate a nove mesi dicendo anche un paio di paroline (LEI) e parlando anche con le piante (IO). Non starò qui ad annoiarvi con la storia che le due paroline imparate da Adelaide, e ripetute ad oltranza, siano PAPA’ e TATA (dove per Tata deve intendersi, chiaramente non la sua mamma, ma la sua cuginetta).
Non era mamma per tutti la prima parolina, no? No.
Siamo arrivate a nove mesi così, senza neppure rendercene conto, facendo sempre ogni cosa con grande naturalezza, ascoltando i consigli di tutti, ma facendo sempre e comunque di testa nostra, chè alla fine è vero che un istinto di mamma esiste; cercando di conoscerci giorno dopo giorno, trovando le nostre piccole abitudini, creando i nostri piccoli riti, coccolandoci e anche un po’ (e perché no) viziandoci.
Heidi compie nove mesi e ancora si addormenta solo in braccio (o nel passeggino, in movimento), dondolata e ninnata e sa il cielo cosa significhi percorrere il perimetro di casa un numero di volte indefinito con quasi nove chili in braccio, magari anche di notte, e con il polso che perde sensibilità…ma solo io so cosa vuol dire sentirla abbandonarsi pian piano  e restare incantata a fissarla dormire, non riuscendo a fare a meno di stringerla e tenerla tra le braccia (per via del braccio paralizzato dal dolore ahahahhaha, no scherzo).
Nove mesi non passati solo a viziarla, sia ben chiaro, ma anche a cercare di trasmetterle valori e insegnamenti fin da subito.
Tipo l’odio verso Winnie the Pooh.



Quindi forse sì, forse siamo pronte per smettere di essere NEOnata (LEI) e NEOmamma (IO).
Forza piccolina, siamo grandi oramai. Entrambe.
R.

giovedì 10 ottobre 2013

Il Sapore di un Bacio


Il sapore di un bacio.

Può averne uno solo, può averne mille. Può essere dolce, può esserlo meno, ma non può non esserlo.

Ci sono baci che hanno un sapore buono, più di altri. Come il bacio per kissotto.com

Baci che per alcuni possono avere poco valore, ma che per altri possono valere una vita.

<<In un momento in cui diventa sempre più difficile trovare del tempo da dedicare al prossimo, Kiss Otto stabilisce una vera connessione tra i Kiss Givers e i bambini del Meyer.
I fondi raccolti saranno devoluti al progetto:

Analisi dei meccanismi molecolari della resistenza ai chemioterapici nei tumori cerebrali pediatrici ad alto rischio”>>



DAL 1° AL 31 OTTOBRE è attiva la raccolta fondi per i bambini ricoverati nel reparto di emato-oncologia del Meyer di Firenze.





BACIA
www.kissotto.com




Questo è il mio bacio per Kissotto, il più dolce dei baci. 
Il mio primo vero bacio.


Votatelo


Zao. 
R.

 




mercoledì 2 ottobre 2013

Rullo di tamburi per lo #ShabbyChic

Si parlava di shabby chic, giusto? O comunque, in generale, di abbigliamento da bambini. Non fossilizziamoci su un genere solo, diamine, ché poi magari passa di moda, i figli crescono e quando poi riguardano le loro foto di quando eran piccini, ci scaricano addosso una raffica di insulti  (Adelaide giuro solennemente che a te non capiterà).
Sono poi convinta che i figli debbano in qualche modo rispecchiare anche lo stile di mamma e papà, nel senso, se in famiglia ci si veste come capita, senza badare a colori, taglie e marche, risulterebbe un po’ anomalo il bimbo vestito Armani da testa a piedi ecco.
Ad ogni modo, io ho scovato siti per tutti. Per il bimbo fighetto con la mamma fighetta, per il bimbo  trasandato con la mamma trasandata, per quello normale con la mamma normale e anche per lui, per il bambino shabby chic.
Partirei con Il Mondo di Annie (www.ilmondodiannie.com), meraviglioso sito bomboniera che propone svariati marchi in tema di abbigliamento e giochi. Eccovi uno stralcio della loro presentazione:
<<Il Mondo di Annie nasce dalla passione e dall’esperienza costruita nei tanti anni trascorsi nel mondo della moda ma soprattutto dall'amore più importante della mia vita, Annie, mia figlia.
Durante i lunghi 9 mesi d’attesa, in cui fantasticavo su di lei, ho cominciato a preparare il “nido” per accoglierla, cercando spunti, consigli su prodotti e marchi un po’ ovunque ed è stato qui, proprio nel web, dove ho trovato i migliori.
I brand che vi proponiamo sono il risultato di tutto ciò, sono frutto di scrupolose e meditate ricerche ma anche di “colpi di fulmine” per prodotti funzionali, confortevoli ed originali il cui denominatore comune è la grande qualità. Solo il meglio per i nostri bimbi!>>
Non solo vestitini meravigliosi, ma cura del dettaglio e incredibile attenzione alla clientela (ottime recensioni per Il Mondo di Annie).
Ed ecco alcune delle proposte:


Cappotto
Cappottino - Je suis en CP


Maglioncino
Maglioncino - Je Suis en CP 
Pantalone
Pantalone - Scarabocchi di Patitpò

Altro sito che propone diversi marchi in tema di abbigliamento (e non solo: ci sono set pappa, accessori per il lettino e pupazzi da urlo) è www.babyssimo.de
Sito diversissimo dal precedente, meno "negozietto" e più "centro commerciale", ma con brand decisamente splendidi. Lustratevi gli occhi. 
Maglioncino - Oeuf NYC Alpaca Wool Sweater

Pantalone - Tocoto Vintage
                       TShirt - Tocoto Vintage
E su segnalazione della best friend londinese, non poteva mancare il british style di Boden www.boden.eu 

Stripy Knitted Dress
Abitino . Stripy Knitted Dress



Novelty Hat & Mittens Set (Mole)
Accessori - Novelty Hat & Mittens Set


Knitted Jacket (Soft Mole)
Cappottino - Knitted Jacket
Tre siti che sono non solo fonti di ottimi acquisti (i prezzi sono i più vari: si passa dall'articolo scontatissimo, alla magliettina da 80 euro. Ce n'è per tutti), ma anche pozzi di ottime idee. 
Andate e sbizzarritevi. 
Zao. 
R. 

martedì 24 settembre 2013

#Assaggino della Sezione Baby


Perché io le promesse le mantengo, sempre. E quindi eccomi qui a raccontarvi di qualcuno dei meravigliosi siti che ho scovato nell’internet. Siti che, come vi dicevo, riguardano abbigliamento-giochi-pappe-intrattenimento bimbi.
Curiosando qua e là, ho anche scoperto che c’è un genere in particolare che riesce a rapirmi più di tutti gli altri, genere che ho scoperto chiamarsi shabby chic (dove “shabby” starebbe per trasandato).
“Io mi vesto shabby-chic e tu?”
“Uh anche io, pensa che ci vesto pure mia figlia shabby chic." 
Fa figo dirlo vero?
(Tra il dire e il fare poi c’è sempre di mezzo il mare, e alla fine della fiera ci si trova tutti da H&M a comperare leggins, felpine e calzine antiscivolo, che di shabby hanno ben poco e di chic ancora meno.)
Mi sono persa via, come al solito. Dicevamo che c’è questo genere (o stile) che ho scoperto piacermi da matti, e intorno a lui son ruotate tutte le mie ricerche. Ricerche che mi han portato però anche altrove, a sbirciare in siti meravigliosi (che chiaramente non vi svelerò tutti oggi, che se no poi non mi leggete più).
Inizio dai primi due, quelli da cui è partita tutta la mia ricerca:
Entrambi i siti propongono una ricca selezione di brand, uno più originale dell’altro, e sono interamente dedicati ai bimbi (pappa, nanna, bagnetto, gioco, passeggio…). In nessuno dei due siti troviamo abbigliamento (quindi niente shabby chic per ora).
Qualità, originalità, design, innovazione e praticità alla base di ogni singolo prodotto in vendita.
Ecco qualche esempio:
I teli spugna per i più piccoli. Io stessa per svariate nascite ho regalato ad amiche e parenti l'accappatoietto per il neonato, essendo comunque quella cosa che la neomamma utilizza fin da subito e ogni santissima sera e che, anche nel caso in cui dovesse riceverne due o tre, sicuramente non andrebbe a cambiarlo. Io per la nascita di Adelaide ho ricevuto 4 accappatoi, QUATTRO e li sto usando tutti, dal primo all'ultimo. 
Ecco, vuoi mettere ricevere un telo spugna come questi? (Teli spugna marca 3Sprouts
Per il momento nanna, ecco degli originalissimi sacchi-nanna, che sempre come regalo di nascita io penso potrebbero essere decisamente graditi, eccoli qui(il secondo, vi prego, guardate il secondo): 




Sia kiddykabane.com, sia bimbily.com hanno anche sezioni dedicate all'arredamento delle camerette dei bimbi e intere pagine di ispirazioni, ecco alcune delle stampe in vendita: 


E gli stickers murali:

Poi guardate un po' cosa, anzi chi, ho scovato:  

Lei è Sophie, la giraffa. Mi aveva già parlato di lei una mia carissima amica che vive a Londra (ciao Cherì!!!) dicendomi che, dalle sue parti, i bimbi di pochi mesi in fase di dentizione ne andavano pazzi. Non ho resistito e in questo momento Adelaide le sta sgagnando un orecchio. 
Vi cito parte della spiega riportata in confezione: "Sophie, la giraffa nata In Francia nel 1961 (...) realizzata in 100% lattice di gomma naturale, ed è un gioco per bambini ideale per la dentizione. Adatta fin dalla nascita, stimola ciascuno dei 5 sensi a partire dall'età di 3 mesi:
(Il suono divertente che emette quando è premuta aiuta a stimolare l'udito del bambino e, successivamente, lo aiuta a capire il nesso tra causa ed effetto.
Il particolare profumo della gomma naturale ottenuta dall'albero Hevea conferisce a Sophie un odore distintivo facile da identificare tra tutti gli altri giocattoli.
Sophie la giraffa è composta dal 100% di gomma naturale e da colori alimentari, ed è completamente sicura da mordicchiare. La sua morbidezza e le sue numerose parti da masticare - orecchie, corna, zampe - sono perfette come calmante per le dolenti gengive dei bimbi durante la fase della dentizione.)"
Ecco, chiaramente ho riportato solo alcuni esempi delle meraviglie che potete trovare sui siti www.kiddykabane.com e www.bimbily.com, ora tocca a voi andare a fare un giro su entrambi e provare (se ci riuscite) a tenere a bada le carte di credito. Poi ringraziatemi eh. 
Nei prossimi giorni invece ci dedichiamo all'abbigliamento. Lo shabby chic (risatone generale) per i pupi.
Ora andate e sperperate denari.
Zao. 








venerdì 20 settembre 2013

#SperperoDenaroPerVoi


Dunque, non essendo io donna che ama stare con le mani in mano, nel corso di questi ultimi mesi – fatti di pannolini, seno in bella vista, ninna nanne cantate-fischiate-mimate, brodini, pastina, pupazzi smarriti e amore a profusione – mi sono data da fare per raccattare in ogni dove (nell’internet, in tv, e su carta) ispirazioni, notizie, immagini, siti, prodotti, libri che potessero essere di interesse comune.
Mi piace definire questi mesi passati come quelli della mia “fase spugna”. Non nel senso che mi sono data all’alcol pesante, ma nel senso che “sto assorbendo”. Mi sono arrivati ed arrivano in continuazione migliaia di input, un fottio di cose  meravigliose alle quali interessarmi, da approfondire e da studiare.
Che poi, vuoi studiare e approfondire senza toccare con mano ciò di cui ti interessi??
(ciao carta di credito ricaricabile, amica degli acquisti online, ciao)
Il meraviglioso mondo di Instagram mi ha dato modo di scoprire (grazie IG, grazie, ti ringrazia anche il mio conto in banca) numerosissimi siti e blog riguardanti i più svariati temi. Ovviamente temi per cui io riesco a perder la testa alla velocità della luce: libri e Adelaide.
Riconosco di essermi concentrata soprattutto sul secondo.
Per Adelaide chiaramente deve intendersi ogni sito riguardante bambini, abbigliamento e giochi, pappa etc etc.
Essendo attualmente senza fisso lavoro starei anche cercando di risparmiare il più possibile, quindi ho quasi del tutto smesso di fare acquisti per me (ho detto quasi), andandomi così a concentrare su mia figlia.  Diamine, è femmina, è meravigliosa, ha una montagna di capelli color cioccolato: vuoi non vestirla come si deve? Vuoi non comprarle cappelli e mollettine? E i giochi, dico io, non vogliamo che questa cucciola abbia dei giochi originali ed istruttivi? E la pappa? Vuoi che mangi in comuni piattini? Non sarebbero meglio quelli in fibra di bamboo, lavorati in modo artigianale, 100% biodegradabili??
Quindi, concretizzando, i prossimi post che andrò a scrivere saranno una sorta di guida (rivolta a mamme, papà, zii, nonni, amici etc etc…) agli acquisti intelligenti e fighi su internet.
Voglio dire, capiterà a chiunque, prima o poi, di dover fare un regalo ad un bimbo che nasce o che compie gli anni no? Ecco, il mio compito sarà quello di farvi fare bella figura. Ringraziatemi pure.
(suggerendo anche a tutti voi come sperperare i vostri denari, probabilmente, riuscirò a sentirmi meno in colpa per quelli che sto sperperando io).
Sto per creare il #CribbioCosaRegaloA–sezioneBABY
Zao.

domenica 1 settembre 2013

#SabatoSera


E' sabato sera e ho la testa che è un fermento continuo, millemila idee che mi attraversano la mente alla velocità della luce, vorrei scrivere pile e pile di pagine, ho in mente racconti, diari,  storie vere, storie inventate, la mia storia e la sua storia…ma ci vorrebbe un marchingegno in grado di leggermi nella mente e trasportare su carta ogni singolo pensiero.
Adelaide non è mai stata una gran dormigliona – continua a non esserlo – e durante il giorno dorme complessivamente al massimo un paio d’ore. Considerando che da quando è nata le notti in cui ha fatto una tirata unica senza risvegli posso contarle sulle dita di una mano, è facile intuire che in quelle due ore di pisolo diurno, se ce la faccio, svengo pure io.
Quando lei è sveglia io cerco di dedicarle più tempo possibile, giocando con lei, leggendole storie, portandola a spasso.
Va da sé che scrivere a pc diventa pressoché impossibile.
Ho provato a risolvere il problema comprandomi un quadernetto di quelli a righe fitte fitte (io adoro i quadernetti), immaginandomi al parco, su una panchina a scrivere con Adelaide sognante beata nel passeggino.
Adelaide dorme solo in movimento. Con lei, se ti fermi, sei perduto. Devi camminare, sempre.
L’opzione “scrittura in movimento” non sono riuscita a metterla in pratica.
Sul quadernetto ci è finita la lista della spesa.
Nulla, non ho scritto nulla, mi sono dedicata a mia figlia, mi sono data completamente. Ho cercato di darle il meglio di me, il meglio del mio tempo, che in fondo, è quel che davvero conta.
E ora che sembra avvicinarsi il momento del rientro in ufficio, provo a ripercorrere questi 7 mesi e mezzo giorno per giorno e mi chiedo se ho fatto il massimo, se le ho dato tutto quel che potevo darle. Mi rispondo sì. Per una volta lascio da parte modestia ed umiltà e prendo coscienza del fatto che ce l’ho messa tutta.
Ce l’ho messa tutta, e chiaramente non ho intenzione di smettere.

Paradossalmente, quando tornerò operativa in ufficio potrò riuscire ad avere un pochino di tempo libero in più. Treno e metropolitana mi aiuteranno, finalmente, a mettere nero su bianco tutti i pensieri che stanno facendo a botte nella mia testa.
(poi ci saranno altri mille intoppi organizzativi e pratici, ma non voglio pensarci ora.
E’ sabato sera anche per me, diamine)
R.

martedì 23 aprile 2013

#GiornataMondialeLibro2013


Eh no cari, quest’anno non mi si frega.
Me lo ero segnato bello grosso in agenda, di rosso cerchiato, 23 aprile: Giornata Mondiale del Libro.
Roba da chiudersi in casa, divano e copertina, io e i millemila libri che ho in lista d’attesa.
In lista d’attesa ci sono tutti quei libri comprati – perché davvero, proprio non potevo non comprarli – e  posati nell’apposito scomparto della libreria (quello in basso a sinistra), da leggersi non appena si fosse finito il libro al momento in lettura. 
Ché a raccontarlo sembrerebbe anche un procedimento intelligente: sto leggendo libro A, è quasi al termine, passo casualmente in libreria e mi innamoro follemente di libro B: lo compro e lo leggerò appena finito libro A. Dopo due giorni eccomi per caso e nuovamente in libreria, toh guarda il nuovo libro dello scrittore PippoPlutoPaperino! Impossibile lasciarsi sfuggire libro C, metti che poi finisce. E così via… accumula, accumula, accumula: ad oggi ho qualcosa come una ventina (numero destinato a crescere) di libri in lista d’attesa (e di cui ovviamente, prima o poi, tornerò a parlare nel blog)
Niente, alcuni casomai li tengo per le prossime vite.
Si è infatti deciso che nella prossima vita io debba aprire un caffè letterario a Firenze, vuoi che lì io non abbia il tempo di leggere? Eddai…
Quindi, roba da chiudersi in casa a leggere, e invece… Mi ritrovo con una pupa di tre mesi in piena crisi esistenziale, con un carattere che non lo so da chi lo ha preso, ché io da piccina ero un pezzo di pane e il suo papà anche e invece lei ha già iniziato a dettar legge.
Vabbè, ci provo, decido di festeggiare comunque la giornata del libro, in un modo però un po’ diverso. Vado diretta nel cubotto giusto della libreria, seconda colonna, terzo ripiano a partire da destra, so bene che è lì il libro che fa per me.
Metto Adelaide comoda, seduta nella sua sdraietta, con il suo orsetto Pondolo, ed io mi siedo vicino a lei, voce bassa e lenta e vediamo se così riusciamo ad addormentarci (basta che non piangi più, ti prego)…
<<Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato Storie vissute della natura, vidi un magnifico disegno. Rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale, Eccovi la copia del disegno. C’era scritto; “I boa ingoiano la loro preda, tutta intera, senza masticarla. Dopo di che non riescono più a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede.”>>
Chiaramente Heidi non ha smesso di brontolare, è andata avanti a fare i suoi versetti, facendo anche finta di non sentirmi, ma io non mi sono fermata, ho continuato a leggere tutta la prima  pagina de Il Piccolo Principe (lo avevate riconosciuto, VERO?).
Alla fine della pagina, non si era addormentata, ok, ma pochino pochino si era tranquillizzata.
Avevo già iniziato tempo fa a leggerle Il Piccolo Principe, ma avevo abbandonato dopo pochi giorni, sentendomi un'imbecille.  Ma ora proseguo e prometto di non arrendermi. Qualche paginetta al giorno, dai e le soddisfazioni arriveranno.
Con la speranza che così facendo, prima o poi, anche lei possa iniziare ad apprezzare la lettura e, come la sua mamma, arrivare ad innamorarsi perdutamente dei libri e a farsi prendere dall’entusiasmo più estremo nel riceverne uno in regalo. Vedrete che, non appena inizierà a usare le sue manine (in un modo diverso dall’unico che oggi le appartiene: ciucciarsele), lo farà per sfogliare pile e pile di libri, che in questa casa non mancheranno mai.
Buona giornata del libro!

PS: Ad ogni modo, una giornata del libro, senza comprare libri non si è mai vista. E il caso vuole che io abbia un buono di 30 euro da spendere – anche on line – alla Fnac.
Ciao proprio.
Ci vediamo nel prossimo post, dove magari vi racconterò dei millemila libri in lista d’attesa.

R.

martedì 9 aprile 2013

Parlantina galoppante


Stamattina mi sono svegliata con la parlantina galoppante. Ed essendo in casa da sola con la nanetta di neanche tre mesi, per evitare di impallare lei con discorsi dalla profondità importante, mi sono finalmente decisa a tirar fuori il notebook e a ricomiciare a scrivere.
La mia improvvisa loquacità è stata scatenata da due avvenimenti.
Il primo, un articolo su una rivista riguardante Amsterdam (città che non ho ancora visto).
Il secondo, una chiacchierata su whatsapp con le amiche storiche sul nostro nuovo ruolo di mamme (scrivo qui, per evitare di impallare anche loro con i miei monologhi… che io scrivo scrivo scrivo e poi vedo che una ad una smettono di rispondere… si saranno impiccate? Ok, almeno però la conversazione non l’hanno abbandonata, altrimenti whatsapp mi avrebbe avvisata… Nulla, avranno buttato il telefono. Giao amighe!! Scrivo di qui adesso eh!!).
Vabbuò, dicevamo, due avvenimenti scatenanti: Amsterdam e nuovo ruolo di mamma. Ok. Il primo cozza incredibilmente con il secondo. Questo è stato il mio pensiero.
Mi son ritrovata a riflettere su quante cose ancora non ero riuscita a fare, quante città non ancora viste, esperienze non vissute, per arrivare alla ovvia conclusione che, ohibò, oramai sarebbe stata dura farle-vederle-viverle.
Poi mi sono fatta un caffè, ed è passato tutto.
Che certo vedere Amsterdam ora, con una pupa di tre mesi scarsi, sarebbe stata dura (siamo italiani, non abbiamo la “randagità” dentro e sicuro sicuro, aspetterò che Heidi abbia almeno un anno prima di prendere l’aereo… me lo sento), riesco ancora a dimenticarmi oggetti a casa solo per andare a fare un giro al mercato (cacchio, il ciuccio. Ops, la copertina… Ah due pannolini non bastavano?) figuriamoci per uscire dallo Stato cosa combino. (per quest’estate infatti mi limiterei a cambiare regione, scegliendone una anche abbastanza vicina). Oh, del resto fino a tre mesi fa il mio unico pensiero prima di uscire era “dove ho messo il telefono?”, datemi tempo ecco.
Quindi, non ora, va bene, ma sono certa che nel giro di qualche mese si potrà provare  a farle-vederle-viverle tutte queste cose, città ed esperienze. Esperienze che non saranno più le stesse di prima, ma che per forza di cose, saranno per un verso “filtrate” e per un altro verso “rinforzate” dagli occhi di una bimba. Quei due occhietti grandi che, giorno dopo giorno mi stanno aprendo un mondo che mai mi sarei immaginata prima d’ora. Vero?
R.